Ciao Renzo: è mancato Renzo Crosato, scudettato Stefanel Olimpia
01-07-2024 17:47 - Amarcord
TREVISO - Dall’altro ieri, il mondo della pallacanestro, è più povero. All’età di 77 anni, dopo alcuni mesi dove la malattia non gli ha dato scampo, ci ha infatti lasciato Renzo Crosato, figura storica del basket non solo di Marca. Fu infatti uno dei fondatori dello Sporting Club Vigor Sacro Cuore Treviso nel 1967 ed il suo collaboratore di questa avventura, Carlo Cattarin, lo ricorda così «Di quel progetto, quello più intraprendente ed entusiasta, fu sicuramente Renzo Crosato. Un pioniere, un innamorato, un eclettico personaggio che ha voluto e poi realizzato, il sogno di molti ragazzini che bazzicavano l’oratorio del “Sacro Cuore” in pieno centro a Treviso, di poter cimentarsi, con serietà ed organizzazione, in uno sport che dalle nostre parti, in quei tempi, era poco considerato». Da lì poi la fusione con la Vigor - Hesperia con marchio Maglificio Piave, prima dell’avvento dello sponsor Stefanel. Da quel momento il buon Renzo, che si dedicava al basket dopo il suo lavoro in banca alla Cassa di Risparmio, accetta l’incarico che gli offre Giuseppe “Bepi” Stefanel, ovvero di entrare in azienda come dirigente occupandosi della pallacanestro. Erano gli anni dove Stefanel si era innamorato della palla a spicchi e prese in considerazione di rilevare la società di Trieste. Al momento dell'acquisto la società militava in A2 ma l’industriale aveva fame di scudetto e quindi decise di affidarsi all’esperienza di Renzo Crosato per fare qualcosa di grande a Trieste, affidandogli l’importante incarico di General Manager della società con la Vigor Conegliano che diventava società satellite dei triestini.
Il ritorno in A1, l'arrivo in panchina di Bogdan Tanjevic con il giovane asso Dejan Bodiroga, oltre ai vari Fucka, De Pol, Gray, Lampley, Gentile ed altri grandi atleti non consentirono però al patron Stefanel di riuscire nell'obiettivo e quindi, nell’estate del 1994 ecco l’acquisizione dell’Olimpia Milano con Renzo Crosato ancora braccio destro di Bepi Stefanel sempre nel ruolo di General Manager.
Sempre con Tanjevic in panchina arrivarono Coppa Italia e Scudetto nella stagione 95-96 perdendo il triplete con la Korac sfuggita di un solo punto. È anche l’anno dell’arrivo di Rolando Blackman e sull’arrivo della stella NBA un giorno disse: «Andai a Parigi e riuscii, con un regalo, a convincere la moglie a far venire Rolando a Milano dopo che tutti lo davano ormai in Francia». È il punto di massimo splendore per Renzo che negli anni successivi seguendo sempre Stefanel, esce dal panorama del basket nazionale.
Rientrato nel trevigiano ha dapprima gestito il Medical Sport Center di Conegliano e dopo la pensione, è rimasto nel campo sportivo collaborando con alcune aziende di abbigliamento per il basket, atletica e volley.
Il suo carattere molto riservato era apprezzato anche dai grandi campioni ed il monumento azzurro Dino Meneghin, scosso dalla notizia, lo ricorda così: «Mi spiace, se ne va una persona straordinaria, appassionata e competente. Io sono andato a Trieste contattato da Tanjevic ma gli incontri li ha avuti con lui. Mi piaceva per la sua riservatezza e perché amava la società per la quale lavorava e che ne facevano una persona onesta. Per me è un colpo durissimo».
Come da sua volontà, che rispecchiava la sua voglia di isolarsi dal mondo esterno e dalla pallacanestro, il rito funebre avverrà in forma strettamente privata.
Il ritorno in A1, l'arrivo in panchina di Bogdan Tanjevic con il giovane asso Dejan Bodiroga, oltre ai vari Fucka, De Pol, Gray, Lampley, Gentile ed altri grandi atleti non consentirono però al patron Stefanel di riuscire nell'obiettivo e quindi, nell’estate del 1994 ecco l’acquisizione dell’Olimpia Milano con Renzo Crosato ancora braccio destro di Bepi Stefanel sempre nel ruolo di General Manager.
Sempre con Tanjevic in panchina arrivarono Coppa Italia e Scudetto nella stagione 95-96 perdendo il triplete con la Korac sfuggita di un solo punto. È anche l’anno dell’arrivo di Rolando Blackman e sull’arrivo della stella NBA un giorno disse: «Andai a Parigi e riuscii, con un regalo, a convincere la moglie a far venire Rolando a Milano dopo che tutti lo davano ormai in Francia». È il punto di massimo splendore per Renzo che negli anni successivi seguendo sempre Stefanel, esce dal panorama del basket nazionale.
Rientrato nel trevigiano ha dapprima gestito il Medical Sport Center di Conegliano e dopo la pensione, è rimasto nel campo sportivo collaborando con alcune aziende di abbigliamento per il basket, atletica e volley.
Il suo carattere molto riservato era apprezzato anche dai grandi campioni ed il monumento azzurro Dino Meneghin, scosso dalla notizia, lo ricorda così: «Mi spiace, se ne va una persona straordinaria, appassionata e competente. Io sono andato a Trieste contattato da Tanjevic ma gli incontri li ha avuti con lui. Mi piaceva per la sua riservatezza e perché amava la società per la quale lavorava e che ne facevano una persona onesta. Per me è un colpo durissimo».
Come da sua volontà, che rispecchiava la sua voglia di isolarsi dal mondo esterno e dalla pallacanestro, il rito funebre avverrà in forma strettamente privata.